Nel disturbo da attacchi di panico, il soggetto colpito manifesta angoscia, paura per la propria incolumità, voglia di fuggire e di nascondersi, sensazioni scatenate però da eventi e circostanze assolutamente innocue e come tali percepite dalla maggioranza delle persone. Ecco che l’attacco di panico può insorgere nel sonno o seduti in poltrona a casa propria ovvero in luoghi da cui è difficile fuggire, come nell’abitacolo dell’automobile mentre si guida da soli, in ascensore, in metropolitana, in mezzo a una folla. Questo disturbo si manifesta spesso in un età compresa fra i 20 e i 30 anni e emerge all’improvviso e nelle circostanze più insospettabili, mentre si sta compiendo un’azione assolutamente banale che prima di allora non aveva mai creato problemi.

Se non è curato, il soggetto colpito da attacchi di panico finisce con il chiudersi in se stesso, fino a non riuscire più a lavorare, ad avere una vita sociale, a svolgere le attività quotidiane più banali, come andare al supermercato o al cinema da solo.

Tipiche sensazioni che si possono manifestare nell’attacco di panico sono:

– angoscia,

– desiderio di fuga,

– sensazione di morte o di essere sul punto di impazzire,

– senso di soffocamento e difficoltà respiratorie,

– tachicardia,

– terrore,

– vertigine e perdita dell’equilibrio.

Per ottimizzare gli effetti della terapia farmacologica e offrire al paziente un efficace mezzo di autogestione delle sensazioni sperimentate nelle diverse circostanze della vita quotidiana è utile abbinare ai farmaci una terapia comportamentale indirizzata al “decondizionamento dallo stimolo fobico”, cioè che aiuti il soggetto a sciogliere il legame tra le situazioni critiche e la sua reazione ansiosa.